Cammino di Santiago in solitaria

Intraprendere il Cammino di Santiago in solitaria è una delle esperienze più intense da affrontare nella vita; Roberta ci racconta quanto questa esperienza possa cambiare la vita!

Forse non c’è sfida ed esperienza più intensa e profonda da affrontare che quella di attraversare uno dei percorsi di pellegrinaggio più antichi e famosi del mondo: il Cammino di Santiago di Compostela.

Il “Cammino” è una sfida con se stessi e quando Roberta, una mia cara amica conosciuta tra le fredde e piovose vicissitudini di Dublino, mi ha raccontato della sua esperienza in solitaria lungo il famoso percorso, non ho potuto non chiederle di inserire la sua storia nella mia rubrica.

Roberta ha affrontato metà del Cammino, partendo da Saint Jean Pied de Port e arrivando a Burgos e mentre mi raccontava di questa sua incredibile esperienza dalle sue parole emergeva passione, orgoglio ma anche qualche momento di sofferenza.

Se siete curiosi di scoprire le storie di altri ragazzi che hanno vissuto esperienze all’estero allora vi consiglio di cuore di leggere dell’esperienza di Alessandra, che ha preso parte al programma Erasmus + a Metz o di Matteo che per diversi mesi ha vissuto e lavorato a Lipsia.

La storia di Roberta: affrontare il Cammino di Santiago in Solitaria

Cosa spinge una persona ad intraprendere il Cammino?

Penso che, giustamente ognuno abbia la propria motivazione più o meno di spessore; la decisione di intraprendere il Cammino è prettamente soggettiva, ma in generale penso che essere motivati sia fondamentale per affrontare il percorso.

Cammino di Santiago in solitaria

Chi inizia questo tipo di esperienza deve essere conscio che, senza una profonda preparazione e motivazione, non andrà lontano anzi, non conviene neanche iniziarlo!

Chi sta per approcciare questa esperienza sa ancora prima di iniziare a cosa andrà incontro; una serie di sfide, una più dura dell’altra, che metteranno alla prova spirito e corpo.

Senza un reale motivo a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà non è per niente facile resistere.

Dunque si va oltre motivazioni religiose, spirituali e turistiche?

Assolutamente sì!

Soprattutto per quelle turistiche!

In molti l’idea del Camino nasce con una vocazione religiosa ma durante la mia esperienza ho incontrato un gran numero di persone che stavano affrontando il viaggio più per motivi spirituali. 

Io non faccio parte in nessuna di queste categorie!

Ti spiego; se mi chiedi quando ho deciso di fare il cammino ti posso rispondere che non lo so!

Avevo il desiderio di fare un viaggio a piedi da sola, soltanto con il mio zaino sulle spalle, che non avesse nulla di “turistico”.

Anche se ultimamente il Cammino un po’ turistico lo è diventato, continua a mantenere la sua autenticità.

Non si tratta di una villeggiatura né di una vacanza, non si deve e non si può andare lì con l’idea di fare foto o di fare il turista.

Il Cammino è soprattutto fatica mentale e fisica.

A cosa va incontro chi si approccia al Cammino? Come deve prepararsi?

Come ho detto poco fa, prima di tutto si va incontro ad un’incredibile fatica fisica che tocca tutti, sia chi è allenato e preparato, sia chi non lo è.

Si deve studiare e ci si deve preparare prima di partire.

Non ci si può svegliare un giorno e decidere: “basta domani parto per Compostela!”

Un consiglio che posso dare a chi ha intenzione di affrontare il Cammino di Santiago in solitaria è quello di ottimizzare il proprio equipaggiamento: se non si parte preparati da questo punto di vista sarà ancora più dura.

Soprattutto le scarpe sono fondamentali.

Partite con un paio di scarpe collaudate, che avete già usato e sapete essere comode.

Altra abilità richiesta è quella di saper organizzare lo zaino: meno lo zaino pesa meno fatica farete.

Camminerete per una media di 15 – 20 km al giorno, su ogni tipo di percorso e strada.

Non riposerete mai abbastanza ed i luoghi dove dormirete non vi aiuteranno certo in questo: vi troverete in camere di ostelli con altre 18 persone e con odori di ogni tipo e sarete costretti a svegliarvi molto presto, intorno alle 5, perché gli ostelli alle 8 vi cacciano letteralmente.

Inoltre dovete essere capaci a saper stare da soli o, se non siete abituati ad esserlo, cercate di prepararvi per questo.

Oltre alla fatica fisica ti trovi tanto tempo da solo con te stesso e riesci ad esplorare aspetti del tuo essere molto profondi. Non sempre si è preparati a questo!

tragitti cammino di santiago solitaria

Picture by Fatima Flores.

Veniamo ora alla pratica: come e dove si può iniziare il Cammino? Esiste un luogo fisico?

Il Cammino lo si puoi iniziare dove si vuole!

Io ho intrapreso il cammino francese, ma di percorsi ce ne sono molti e diversi, come il Cammino del Nord, tra il nord della Francia e della Spagna.

Parlando della mia esperienza posso dirti che se vuoi iniziare il cammino francese devi partire da Saint Jean de Pied de Port, un paesino distante 200 km da Lourdes.

A Lourdes si trova l’aeroporto più vicino e da qui potete poi prendere un taxi.

Ma a Saint Jean Pied de Port c’è un punto fisico dove il cammino inizia?

Sì, l’Ufficio del Pellegrino!

In questo ufficio si ritira la “Compostela”, una specie di passaporto che attesta che tu stai prendendo parte al Cammino.

Sulla “Compostela” verranno poi impressi dei timbri per ogni luogo dove andrai a dormire, in ogni negozi dove comprerai cibo e in ogni paese che attraverserai; è una cosa molto bella e affascinante…

Puoi farmi l’esempio della giornata tipica del pellegrino?

Allora: sveglia alle 6, se hai l’ostello con la colazione compresa puoi mangiare lì, altrimenti ti arrangi come puoi.

Alle 8 o anche prima sei già in giro; hai giusto il tempo di impacchettare le tue cose e inizi a camminare.

Attraversi boschi, montagne e piccoli paesini sperduti.

Ovviamente come ho detto prima partite ogni mattina informati sul tragitto che vi aspetta; recuperate informazioni sul primo posto dove fare rifornimento d’acqua e su dove è possibile comprare da mangiare.

Non portate cibo con voi, viaggiate sempre leggeri!

Ogni tappa finisce la sera in un piccolo paese o anche grande città, come può essere Burgos.

Una volta qui mettetevi subito alla ricerca di un ostello.

In ogni caso gli ostelli dei pellegrini sono sempre segnalati da indicazioni.

Una cosa che può spaventare chi affronta il Cammino di Santiago in solitaria è quella di non trovare un tetto per la notte.

E’ vero, non sempre si trova un ostello: non c’è la possibilità di prenotare, quindi se non ci sono camere e posti letto liberi devi trovare un’altra struttura.

Però voglio rassicurare i più dicendo che in generale si trova dove dormire; di solito le città sul Cammino hanno un alto numero di ostelli.

Ovviamente la disponibilità varia a seconda del periodo. Se non si trova nulla potete arrangiarvi per una notte e magari dormire in strada, ovviamente solo d’estate quando il tempo lo permette.

A tal proposito, per te qual è il periodo migliore per affrontare il Cammino?

Da settembre a ottobre sicuramente, perché ci sono poche persone e molti posti letto negli ostelli.

Inoltre le temperature non sono proibitive.

Consiglio anche maggio e giugno per il clima, anche se le strutture e i percorsi sono più affollati.

Parlando dal punto di vista turistico quali sono i luoghi che più di tutti ti hanno colpito?

Ho trovato Pamplona bellissima, non solo dal punto di vista architettonico ma anche per le persone che vivevano lì, sempre accoglienti e amichevoli.

Ma in generale sono rimasta affascinata dalla Rioja, la regione spagnola famosa per il vino.

Sono entrata in contatto con panorami incredibili.

Bellissimi anche i Pirenei, che furono la mia prima tappa ed uno luoghi più belli che ho potuto visitare.

Quanto hai impiegato per percorrere questa parte di Camino?

Per la parte di Camino che ho scelto ho percorso all’incirca 370 km. Bene o male si tratta in ogni caso di 30 tappe, per un viaggio che può durare 30 giorni.

Il mio viaggio è durato solo 15 giorni per un totale di 13 tappe, mi sono fermata un giorno in più a Burgos ed a Pamplona per visitarle.

Dal punto di vista umano cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Percorrere il Cammino di Santiago in solitaria mi ha lasciato tantissimo!

Incontri persone da tutto il mondo. Mi ha sorpreso il gran numero di donne coreane che intraprendevano il cammino.

Non me lo aspettavo, ma penso che sia dovuto al successo del libro di Paolo Coelho, ambientato lungo il Cammino di Santiago e che di certo ha contribuito a sdoganarlo dal punto di vista turistico, aprendo le porte ad una sorta di turismo di massa.

Cammino di Santiago in solitaria

Hai per caso avuto un momento difficile durante il Cammino?

Sì! Ma penso capiti a tutte le persone che affrontano questa esperienza.

Ho avuto davvero tanti problemi fisici durante e dopo il cammino.

Ho perso per esempio le unghie dei piedi; mi sono dovuta sottoporre ad una cura di antibiotici dopo il viaggio per quindici giorni.

Inoltre durante il tragitto sono stata costretta a mettere le scarpe da parte.

Non erano abbastanza collaudate.

Per fortuna ho incontrato un signore che mi ha prestato i suoi sandali.

Ho avuto un problema anche al ginocchio e, tutte queste cose mi hanno portato molto vicino a pensare che non ce l’avrei fatta.

Mi trovavo proprio all’inizio, al terzo giorno di marcia.

Mi sono ritrovata sola in mezzo ad un bosco, dolorante e con villaggio a più di 2 km di distanza; come se non bastava iniziava a fare buio.

Furono i 2 km più lunghi della mia vita, ma mi sono fatta forza e ce l’ho fatta!

Puoi dare a chi si approccia al Cammino di Santiago in solitaria?

Consigli per affrontare il Cammino di Santiago in solitaria non ne posso dare; ognuno deve avere le proprie motivazioni che lo spingono a partire.

Non abbiate paura di fallire!

Scoprirete che si possono superare i propri limiti e affrontate questa esperienza anche con un pizzico di incoscienza, che non fa mai male!

Grazie davvero Roberta!